Andrea Bonelli è un Dottore Commercialista e Revisore Legale in Roma. Collabora con lo Studio Signori di Saverio Signori dal 2003, occupandosi dell’area della consulenza direzionale, dell’auditing e della ristrutturazione delle imprese in crisi. Ricopre la carica di sindaco effettivo in società di rilevanza nazionale, oltre ad essere un pubblicista di articoli nel “Quotidiano on line” e nella rivista “Corriere Tributario” editi da Ipsoa e nel “Sole 24 Ore”, in tema di bilancio, principi contabili, di sistemi di governance di impresa e di ristrutturazioni aziendali.
Concordato in bianco a due anni dall’introduzione: quali doveri per il CdA?
A più di due anni dall’introduzione del concordato in bianco il tema dei doveri di
comportamento del consiglio di amministrazione verso soci e creditori appare tuttora poco
arato, lasciando spazi di attenzione agli impatti che tale istituto negoziale delle imprese in
crisi ha prodotto e produce sulle condotte degli amministratori delle società in crisi. Tali
considerazioni hanno creato un ampio dibattito rispetto all’istituto de quo che nel tempo è
stato spesso oggetto di abuso da parte di imprenditori insolventi che avevano come ultimo
fine quello di ritardare l’inevitabile fallimento. Nella fase critica d’insolvenza della società
sono, dunque, proprio gli amministratori a dover compiere delle scelte e a gestire
l’impresa sotto la propria responsabilità.Come scritto, in un mio precedente articolo, La disapplicazione degli obblighi di capitalizzazione nella crisi d’impresa , si è venuto, di fatto, a creare un “nuovo” ramo del diritto societario riconducibile a un “nuovo” settore normativo: il diritto societario della crisi d’impresa.
Oggi gli amministratori delle imprese in crisi hanno a disposizione maggiori strumenti operativi per fronteggiare una crisi patologica dell’impresa e tutto ciò impone un ripensamento in tema di assunzioni di responsabilità degli amministratori e degli organi di controllo.
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